mercoledì 25 dicembre 2013

Auguri di Buon Natale a tutti i Lettori del Blog e ai naviganti del web...

Dopo le  vicende dell'ultima legge di stabilità e dei vari decreti legge di spesa molti italiani ormai hanno un solo desiderio da esprimere a Babbo Natale: avere un governo di persone perbene, oneste e capaci.
Ma lor signori hanno provveduto a chiudere la porta in faccia a qualsiasi cambiamento, impedendo persino di poter votare... come in una dittatura.

venerdì 20 dicembre 2013

Nuove fregature, dopo il governo Badoglio III e il golpe bianco, in arrivo il Renzellum

L’attivismo di Matteo Renzi, sindaco di Firenze e fresco segretario del PD, è incredibile. Si vede chiaramente che ha una tempra superiore al Cavaliere, in pochi giorni, da quando ha vinto le primarie, è riuscito a fare e disfare l’impossibile, con risultati sorprendenti. Senza paura si è tuffato in operazioni maldestre, proibitive e impensabili anche per l’ex-Caimano.
Il ventennio berlusconiano si è chiuso da poco, il 27 novembre scorso, e pare che la storia si ripeta, con nuove modalità. Come nel 1848 e nel 1943 siamo in una situazione di guerra, economica e finanziaria, e purtroppo stiamo soccombendo. La somiglianza più forte è con il luglio del 1943, allora fu l’inizio della tragica guerra civile, con la fine del regime fascista e delle illusioni imperiali, ora la fine del ventennio berlusconiano e delle illusioni europee. L’attuale inquilino del Quirinale, Re Giorgio, è più conciliante del precedente, non ha chiamato una lettiga e disposto l’arresto di Berlusconi, lo ha solo accompagnato bruscamente alla porta.
Al suo posto è stato chiamato un nuovo Badoglio, Enrico Letta, ora affiancato da Renzi. Insieme promettono di far rimpiangere, sia il primo che il secondo ventennio, facendo impallidire persino la macchia lasciata dal maresciallo Pietro Badoglio nella memoria collettiva italiana.
Questa specie di ministero Badoglio III, promette di portarci ad un altro tragico 8 settembre. I conti, se non si faranno prima, si vedranno la sera del 25 maggio prossimo, al termine dello scrutinio, con i primi dati delle proiezioni delle elezioni europee giocate con il sistema proporzionale. Non occorre essere dei veggenti per prevedere un ulteriore crollo della partecipazione elettorale e un voto di protesta che diventerà una valanga soprattutto per la sinistra.
Il PD nei prossimi mesi non avrà più la possibilità di prendersi valanghe di paginate su tutti i quotidiani e di farsi pubblicità televisiva a gratis, con la scusa, a seconda dei casi, delle primarie o delle ultimarie (le votazioni per la segreteria generale sono l’ultimo atto, non il primo) dell’ 8 dicembre. Quello democratico appare come un elettorato sotto ipnosi, drogato con una operazione mediatica a reti unificate – RAI, Mediaset, La7 – che non ha eguali, se non nel messaggio di fine anno del presidente della Repubblica.
Ci sarà il risveglio, un brusco ritorno alla realtà, si accorgeranno di essere stati borseggiati, presi a calci nel sedere e lasciati in terra con pochi vestiti. E’ prevedibile il contraccolpo, di rabbia, non tanto per il portafoglio svanito, quanto per il furto delle tante speranze che erano state alimentate e sollecitate. Non ultima quella che fosse Berlusconi la causa dei pasticci italiani, per cui è stato detto in tutte le salse che se il PD avesse avuto in mano il governo, allora si sarebbe potuto fare delle buone politiche, con le tante competenze vantate dai politici democratici. Le interviste ai membri della segreteria Renzi, nelle materie economiche o sociali, possono procurare dei tracolli umorali irreversibili.
Dopo venti giorni dalla cacciata di Berlusconi dal Senato, con la scena politica completamente in mano agli uomini di area PD – Renzi, Napolitano, Grasso, Letta, Boldrini - è successo di tutto.
Al di là dei proclami e della propaganda, i fatti sono questi:
  • 4 dicembre, la Consulta dichiara, con grande sorpresa, contraddicendo se stessa, l’illegittimità costituzionale di due parti del “porcellum”, sul premio di maggioranza e le liste bloccate;
  • 5 dicembre, il Quirinale dirama un dispaccio dove si compiace per la sentenza della Consulta e da indicazione precise sui successivi provvedimenti (legge elettorale maggioritaria, riduzione parlamentari, rottura del bicameralismo), come in qualunque regime monarchico;
  • 8 dicembre, ultimarie del PD, con l’elezione del nuovo segretario, Matteo Renzi, celebrate a reti unificate, proclamata una giornata di festa nazionale, pagata sempre dai soliti volenterosi militanti del PD;
  • 9-10 dicembre, Renzi viene subito ricevuto in pompa magna dai suoi colleghi di partito e d’area, tutti collocati nei posti che contano, palazzo Chigi, Quirinale, ecc…
  • Renzi dichiara subito di volersi muovere sulla riforma elettorale con la proposta del Renzellum (un mix di tecniche peggiori del porcellum), non solo nell’ambito della maggioranza di governo, ma a tutto campo, per questo invia degli emissari da Grillo e dall’appena estromesso Berlusconi;
  • 11 dicembre, fiducia preventiva, accordata ex ante, ottenuta alle Camere dal governo Letta a guida PD, sulla base di un programma che verrà, forse, scritto a gennaio;
  • 12 dicembre, il presidente del Senato Grasso fa da “palo” al governo “Badoglio III”, aiutando e giustificando lo scippo della riforma elettorale dal Senato a favore della Camera (interrompendo un processo legislativo avviato ad agosto che avrebbe potuto concludersi in pochissimi giorni, se non ci fosse stato l’ostruzionismo del PD);
  • nella giornata che ricorre l’anniversario di piazza Fontana, tecnicamente è stato realizzato una specie di “golpe bianco”, non avendo una legge elettorale funzionante, in quanto la sentenza della Consulta ha bocciato sia il meccanismo del premio che le liste bloccate, che non essendoci più non si sa come andare al voto (il sistema residuo del porcellum non consente di andare al voto, volendo al Senato avrebbero potuto porvi velocemente rimedio, non così alla Camera).

Democrazia sospesa sine die...

La Befana ci porterà una nuova fregatura: Democrazia sospesa sine die.

Di questo si è parlato mercoledì 18 dicembre al convegno “Riforme dopo la defenestrazione del porcellum” alla Società Umanitaria di Milano, con il politologo Giorgio Galli e Felice Besostri, uno dei proponenti del ricorso che ha originato la sentenza della Consulta. Galli ha rimarcato che il tentativo di Renzi di fare una legge elettorale che forzi la competizione in senso bipolare, in presenza di un sistema politico a tre forze, PD-M5S-FI,oltretutto quasi uguali, è bizzarro e pericoloso. Da parte mia ho esposto la sequenza dei fatti sostenendo la tesi del “golpe” bianco, strisciante ma concreto, sostanzialmente attuato con il blocco delle liste bloccate e il trasloco forzato della discussione alla Camera. Un trucco che sta determinando lo stallo del sistema democratico italiano, tra chi sta nel Palazzo, in primis con i neo-badogliani e, fortuna sua, con fuori Berlusconi. Gli elettori dovranno attendere parecchio prima di poter dire la loro al riguardo, almeno fino al 25 maggio. Nel frattempo emerge un dato inquietante: se il buon giorno lo si vede dal mattino, questo infausto dicembre 2013 prelude altri e maggiori guai. Nei prossimi mesi il badogliesco governo affiancato dalla segreteria renziana potrebbe combinare tanti e tali pasticci da condurre alla disperazione milioni di persone, di giovani, di senza lavoro, di oppressi dalle valanghe di tasse da pagare. Agli italiani, privati del voto e di tutte le sovranità, svendute all’estero, non rimarrà che recuperare i vecchi forconi, nella tentativo di lanciare un ultimo disperato assalto alla Bastiglia.

sabato 14 dicembre 2013

Novità, alla Conferenza Società Umanitaria del 18 dicembre 2013 interviene anche l'avv. F. Besostri

Ciclo di incontri "Le parole della Politica" a cura di Alfredo Marini
Mercoledì 18 dicembre 2013, ore 17 
Milano, Società Umanitaria, Sala Bauer
ingresso da via San Barnaba 48

Riforme Elettorali e Istituzionali
L’infinita discussione tra sistemi proporzionali
e maggioritari è giunta ad un punto di svolta
dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 4 dicembre. 
Che cosa ci attende dopo la
defenestrazione del Porcellum”

Introduce e conclude:

GIORGIO GALLI

storico e politologo

discussant:

DANIELE VITTORIO COMERO

giornalista e analista politico elettorale
http://danielevittoriocomero.blogspot.it/

interviene:
FELICE BESOSTRI
avvocato e coautore del ricorso sulla legge elettorale che è stato accolto dalla Consulta

Ogni conversazione prende a prestito dalla attualità politica alcune “parole”, analizzandone i significati e le implicazioni politico sociali, con taglio giornalistico comprensibile a tutti.
Nell’ambito delle conferenze possono, di volta in volta, essere coinvolti altri studiosi con delle letture, anche non convenzionali, degli eventi politici ed economici.
info: 02.77402454
Successivo incontro: mercoledì 26 febbraio 2014, ore 17,00

giovedì 5 dicembre 2013

Parla il promotore del ricorso alla Consulta, avv. Besostri







.
Esultano i tenaci promotori del ricorso alla Corte Costituzionale contro il porcellum, tra questi l’avv. Felice Besostri che interpellato al telefono non si trattiene:
"Immagino che vorrai farmi i complimenti..."
Rispondo che certamente gli sono dovuti per il coraggio e la tenacia.
"Tutti quei professoroni di diritto pubblico, i costituzionalisti dal posto sicuro, che dicevano che ero matto a promuovere il ricorso contro il Porcellum, ora sono serviti..."
E' un fiume in piena.
Poi si ricompone e spiega:
“La Corte Costituzionale ha accolto i rilievi di  costituzionalità formulati da me, da Bozzi e Tani. Abbiamo lavorato con tenacia e pazienza non lasciandoci abbattere dalle incomprensioni e dei ritardi, né dal silenzio mediatico.”


E' passata solo un’ora dalla notizia, è ancora euforico.

Ci tiene a far presente che intorno a loro c’era il vuoto, i grandi giornali li hanno isolati:
“Salvo poche eccezioni, come L'AVVENIRE dei LAVORATORI, MONDO OPERAIO e IL RIFORMISTA, il silenzio è stato totale e tra le organizzazioni politiche soltanto il Gruppo di Volpedo, rete delle associazioni socialiste e libertarie del NORD OVEST, che ha fatto del sistema elettorale e della difesa della Costituzione un fatto politico centrale sostenendoci nelle iniziative giudiziarie, che hanno ridato lo scettro agli elettori e non ai capobastone.”
(I promotori del ricorso: Besostri è il primo a sinistra)

Nel primo pomeriggio la politica romana era già sotto sopra, perchè la notizia era trapelata e tanti sapevano, di mezza bocca. 
Infatti, parallelamente alla Consulta, si è mossa con scaltrezza la commissione Affari Costituzionali del Senato, con l’istituzione di un comitato ristretto che entro gennaio proverà a cercare un accordo politico sulla legge elettorale. 

Due libri sui sistemi elettorali e il Porcellum, scritti con Giorgio Galli

Si segnalano, a quanti hanno desiderio di approfondire il tema, con dei testi scritti appositamente con taglio giornalistico, due libri, scritti con lo storico e politologo Giorgio Galli sui sistemi elettorali e il Porcellum:



Immagine in linea 1

Sentenza della Consulta, risultato: dal Porcellum al Bordellum

Roma, mercoledì 4 dicembre. Alle ore 18 in punto la Corte Costituzionale sforna il suo tanto atteso verdetto con un comunicato stampa: il Porcellum è incostituzionale. La Corte boccia il premio di maggioranza e le preferenze. Lo scarno comunicato recita:
La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza – sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione.
La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.
Le motivazioni saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici.
Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali.”

In se non è una gran notizia, tutta la gente normale lo pensa da anni, persino gli studiosi e i politici stessi erano tutti concordi nel dire che la legge 270/2005 non andava bene, con quelle liste di nominati e il premio di maggioranza molto (troppo) generoso (340 seggi).
prosegue sul giornale on line L'Indipendenza.COM:

domenica 1 dicembre 2013

Elezioni Europee 2014. Grillo, già partito... Magdi Allam, insegue

Prima domenica di dicembre molto intensa. 
E' la prima senza il Caimano sul palcoscenico, per cui va benissimo che i ragazzi movimentisti e quelli dei vari partiti si siano finalmente sfogati. 
Era ora che ci fosse spazio anche per loro. Sono passati pochi giorni dal voto in Senato e non sembra vero che ci siano dei vuoti da riempire sulla scena. 
Così si inizia a vedere qualcosa di diverso.
Renzi è arrivato all’ultima settimana prima del voto delle primarie, annusa il pericolo di un flop nella partecipazione dei militanti e simpatizzanti e allora fa finta di incalzare il governo e lancia un ultimatum a Letta dalle colonne amiche di Repubblica con un'intervista.
Intanto nel pomeriggio si svolge il terzo Vaffa-day di Genova, dove Beppe Grillo, come da copione, ha predicato alle folle e si è proposto per un’opera di pura misericordia cristiana, vuole dare l’estrema unzione ai partiti che sono in Parlamento.
Non si è fermato lì, lo slogan della manifestazione, “andare oltre”, l’ha impegnato anche in un assalto al Colle, chiedendo la destituzione di Napolitano. 
Una volta esauriti i fuochi d’artificio, è sceso sul piano operativo, a parlare di economia: vuole ridiscutere i trattati con l’Europa. Più che uscire dall’euro, cosa possibile, dice che c’è da combattere il declino economico e la dispersione dei nostri giovani verso l’estero.
Qui la faccenda è maledettamente seria, non si tratta di tirare qualche palla di neve contro un palazzo romano, ci sono di mezzo interessi enormi, che nella storia hanno portato sovente i popoli in guerra tra loro.
Ieri, sul giornale L'Indipendenza.com, Gian Luigi Lombardi Cerri ha scritto un articolo, titolato “No euro day”, per rilevare la banalità dell’approccio al tema da parte della nuova Lega di Matteo Salvini, che improvvisamente è diventato critico verso l’euro.  
Il tema è difficile, come è emerso chiaramente al mattino in una bella puntata di Omnibus su La7, con Magdi Allam, alcuni giornalisti  e il sondaggista Amadori.
Tutti hanno concordato che così non si può andare avanti, auspicando delle serie riforme per cambiare passo. Allam ha ribattuto la sua posizione  ossia che il difetto sta nel manico,  nella sudditanza verso l’Euro, la BCE e l’Europa del Fiscal compact e del MES.
Un giornalista tedesco in studio ha ironizzato, ma subito dopo, quando Amadori ha sciorinato i dati di un sondaggio che aveva preparato appositamente per la trasmissione, con il dato di circa 30% di italiani euroscettici, secondo lui sottostimato per via della domanda troppo diretta, in studio improvvisamente le tesi espresse da Magdi Allam sono risultate politicamente percorribili, tali da poter avere un bacino elettorale importante.
Se fosse così, vuol dire che per lui si possono aprire degli spazi molto grandi, che vanno ben al di là del semplice sdoganamento di una posizione che è stata fino ad ora ultra-minoritaria a livello nazionale. Così si capisce bene perché la Lega scaltramente cerchi di accreditarsi contro l’Euro, cercando di appropriarsi di uno spazio politico nuovo.
In conclusione, tra pochi mesi, a maggio, si andrà a votare e gli elettori non aspetteranno certo che finisca l’anno, come vuole il PD, per giudicare sia il Governo delle nuove e scadenti intese, che la finta opposizione forzista.
La campagna elettorale per le elezioni europee è già partita, quella di Renzi forse è quasi finita.

Renzi, quasi rottamato...

Renzi è arrivato all’ultima settimana prima del voto delle primarie e annusa il pericolo di un flop nella partecipazione dei militanti e simpatizzanti, per cui fa finta di incalzare il governo. Lancia un ultimatum a Letta dalle colonne amiche di Repubblica che riporta un’intervista al sindaco di Firenze che offre un patto al premier, con dei paletti all'azione dell'esecutivo su riforme, lavoro ed Europa. A domanda risponde:
"Il fatto è che il Pd ha trecento deputati e Alfano ne ha trenta. Con tutto il rispetto per Scelta Civica e per il Nuovo centrodestra, il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta".
Uno volta tanto che il Caimano sta tranquillo ad Arcore, sono loro, i giovani ad evocarlo in modo colorito. Poi prosegue:“Offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili".
Tra questi anche la legge elettorale. "Certo. Va bene qualsiasi riforma. Purché si faccia e purché garantisca il bipolarismo e la governabilità. Chi vince, deve vincere. Chi vince, governa 5 anni senza inciuci". Il giornalista chiede se vuole un ritorno al Mattarellum, risponde: "Si, ma deve essere corretto. Quel 25% di recupero proporzionale deve diventare un premio di maggioranza".
Rimandiamo ad un prossimo Post la noiosa, ma indispensabile, spiegazione su che cosa vuol dire la miscela Mattarellum+Premio di maggioranza del 25%

Immagine tratta da http://www.gazzettacommerciale.com/ridateci-il-mattarellum/